Rana in Cattedra: "Partito coi Soldi di un Contadino"
RECOARO. È entrato in aula magna accolto da un’ovazione e, dopo due ore volate, è stato circondato dall’affetto degli studenti che hanno perso anche il bus pur di avere una foto con lui. È stato un successo il pomeriggio all’Artusi di Giovanni Rana, che ha coinvolto gli studenti raccontando la sua vita con aneddoti che hanno strappato sorrisi e applausi. Nell’ambito del premio Rotary l’imprenditore ha dialogato con Mirko Balbo raccontando il suo sogno realizzato. Ad accogliere lui e la moglie Antonia c’erano la presidente del Rotary Valle Agno Antonia Schenato Spillere e il sindaco di Recoaro Davide Branco.
Rana ha ripercorso la sua vita, da giovanissimo fornaio con i fratelli, fino alla nascita di una grande impresa. «Capii subito che il forno di famiglia non poteva bastare per tre fratelli, ma quando comunicai a mia madre il desiderio di produrre pasta fresca e tortellini mi rispose: “Questo xe mato”». Anche il fratello che aveva continuato con il forno era convinto che di lì a poco sarebbe ritornato sui suoi passi. Rana ha avuto l’intuizione di capire che, in una società dove le donne cominciavano a lavorare, il tempo per cucinare si era ridotto «Ho voluto un prodotto che in pochi minuti avrebbe soddisfatto l’intera famiglia».
Da giovane con l’amato “guzzino” ha girato Verona macinando chilometri con la cesta piena di tortellini. Oggi si sente ancora un artigiano. Quando arrivarono le prime macchine era lui stesso ad aiutare i costruttori perché fossero funzionali alle sue esigenze: «Servivano veloci ed efficienti. Ancora non ce n’erano in commercio e quindi si collaborava». Quando l’azienda cominciò ad andare bene e ad essere appetibile, i vari Barilla, Star, Buitoni offrirono belle somme per acquisirla ma lui non ci ha mai pensato: «Barilla mi disse che la sua azienda era un bel cavallo, io risposi che la mia era un asinello ma mi divertivo tanto». I soldi per comprare i primi macchinari glieli diede un contadino perché le banche non gli fecero credito. «Dal mondo agricolo ho avuto molto, ma ho anche dato». Quando l’impresa si è allargata ha comprato i terreni attorno e a San Giovanni Lupatoto tra gli agricoltori si dice: «Io vendo mele, io pesche, non confino con Rana» perché i confinanti hanno avuto ben altra fortuna. Fu il primo imprenditore a diventare testimonial della sua azienda diventando attore nella pubblicità: «Non avevo soldi e allora ci misi la faccia. Negli anni mi sono giunte anche proposte per cinepanettoni ma non erano cose adatte a me che sono un nonno». A novembre debutterà come attore anche il figlio Gian Luca che con il padre lancerà la nuova linea bio.
Luigi Cristina
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