Alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES)
La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012“Strumenti d’intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” ha esteso il diritto alla personalizzazione e all’individualizzazione dell’apprendimento agli alunni in situazioni di svantaggio socio-economico, linguistico e culturale con l’obiettivo di realizzarepienamente il diritto all’apprendimento anche per gli studenti in situazione di difficoltà non menzionati nelle leggi 104/92 e 170/2010.
Per tali alunni il Consiglio di classe può valutare la formulazione di un Piano Didattico Personalizzato con strumenti compensativi e/o misure dispensative già previsti dalle disposizioni attuative della legge 170/2010 (D.M. 5669/2011), meglio descritte nelle allegate Linee guida.
La decisione se adottare o meno un Piano Didattico Personalizzato, per rispondere ai bisogni educativi rilevati, è di competenza esclusiva del Consiglio di classe (Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione”, Nota MIUR, “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014”, del 22 novembre 2013, n°2363. Circolare Ministeriale n. 8 del 6/03/2013. 6 “La scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza; pertanto la rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non dovrebbe indurre all’attivazionedi un percorso specifico con la conseguente compilazione di un Piano Didattico Personalizzato.”, Nota MIUR del 22/11/2013, n°2363) ed è presa sia sulla base di elementi oggettivi, ad esempio la segnalazione degli operatori dei servizi sociali5o l’analisi della documentazione clinica presentata dalla famiglia, sia su criteri di valutazione pedagogici e didattici che ne accertino un’effettiva necessità e opportunità6 .
Nel caso in cui il Consiglio di classe decida di formulare un Piano Didattico Personalizzato, le strategie specifiche di intervento devono essere concordate con la famiglia, lo studente ed eventualmente altre figure professionali.
Il carattere temporaneo dell’intervento per gli alunni in situazione di svantaggio socio-culturale e ambientale.
Gli interventi vanno verificati nel tempo e devono essere effettuati solo fino a quando se ne ravveda la necessità e l’opportunità. L’intervento deve privilegiare“le strategie educative e didattiche (…) più che strumenti compensativi e misure dispensative” (pag. 3 CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).
Alunni stranieri.
Per gli alunni che sperimentano difficoltà dovute alla non conoscenza dell’italiano, la Circolare Ministeriale numero 8 del 2013 ha chiarito che essi necessitano innanzitutto di interventi didattici per l’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale della formalizzazione tramite un Piano Didattico Personalizzato.
La risposta della scuola alla crescente richiesta di interventi specifici.
La nostra scuola si interroga giornalmente sulle strategie e metodologie didattiche più incisive ed efficaci da utilizzare per migliorare la qualità dell’insegnamento/apprendimento e il grado di inclusione di tutti gli alunni. Il denominatore comune è stato individuato nella didattica laboratoriale: una didattica inclusiva più che una vera didattica speciale. Tale metodologia fornisce risposte perfettamente adeguate alle diverse esigenze manifestate dai discenti, grazie al fatto che i protagonisti della didattica risultano gli alunni stessi, i quali acquisiscono conoscenze e competenze nel rispetto dei loro tempi e stili d’apprendimento. Per quanto riguarda gli alunni stranieri, invece, il nostro Istituto attiva dei percorsi di lingua italiana con lo scopo di favorire il loro successo scolastico e pone adeguata attenzione ai temi interculturali.