Didattica Inclusiva


(fonte:https://it.pearson.com)

Gli insegnanti degli istituti tecnici e professionali raccontano che gli studenti si impegnano volentieri e con buoni risultati nelle materie “pratiche”, mentre notano un impegno molto limitato, se non un vero e proprio rifiuto, per quelle “teoriche”. Quando gli studenti entrano in laboratorio sembrano trasformarsi: da abulici e assenti in aula, a pesci guizzanti nel momento in cui viene loro richiesto un impegno manuale e operativo.

Le attività di “laboratorio tecnico” sono caratterizzate da questi elementi:

  • un ruolo attivo dello studente;
  • lo svolgimento di un’attività di una certa durata e finalizzata alla realizzazione di un prodotto;
  • l’avere a disposizione una postazione di lavoro individuale o di gruppo dotata di strumenti da utilizzare a seconda della fase di lavoro;
  • una certa autonomia nello svolgimento delle attività e l’assunzione di responsabilità per il risultato;
  • l’esercizio integrato di abilità operative e cognitive;
  • l’utilizzo contestualizzato di conoscenze teoriche per lo svolgimento di attività pratiche;
  • il collaborare con altri compagni nelle diverse fasi del lavoro.

Le specificità didattiche dell’apprendimento in un “laboratorio” tecnico possono essere utilizzate tutte anche quando si manipolano oggetti concettuali (contenuti disciplinari, abilità personali, sociali e cognitive), si utilizzano strumenti soft (apparati digitali, software, o carta e matita) e si realizzano artefatti cognitivi (progetti, rapporti, filmati, presentazioni analogici e digitali). I principi didattici di riferimento, i meccanismi cognitivi attivati, le leve motivazioni utilizzate sono gli stessi.

Perché la didattica laboratoriale?

La didattica laboratoriale è una strategia di insegnamento e di apprendimento nella quale lo studente si appropria della conoscenza nel contesto del suo utilizzo. Questo in contrasto con la didattica convenzionale in cui la conoscenza viene proposta agli studenti in isolamento da ogni suo utilizzo e per le sue caratteristiche generali. Essa tende a superare due tra le cause principali di un apprendimento superficiale, riproduttivo e che genera un transfer limitato delle conoscenze all’interno e all’esterno della scuola: la separazione dei momenti di costruzione e di utilizzo della conoscenza e la natura decontestualizzata del sapere.

L’organizzazione della didattica convenzionale si fonda sul presupposto che l’acquisizione e l’utilizzo della conoscenza siano due processi che appartengono a due universi differenti: a scuola si impara la conoscenza, mentre il suo utilizzo avviene una volta terminata la scuola. In questa prospettiva, lo scopo della scuola è di fornire conoscenza corretta, bene organizzata secondo l’epistemologia della disciplina e, cosa importante, presentata in modo neutro rispetto ai possibili utilizzi, perché solo la genericità facilita il suo utilizzo in molti contesti differenti.

Un apprendimento significativo

Le ricerche sull’apprendimento sviluppate negli ultimi decenni a partire da studi sulle modalità attraverso le quali le persone apprendono nella vita di tutti i giorni, hanno progressivamente smentito tante delle convinzioni su si fonda la scuola attuale, evidenziando come l’appropriazione delle conoscenze e il loro utilizzo non sono mai temporalmente separate (se non a scuola) e che i significati (il valore della conoscenza) sono sempre situati in specifici contesti d’uso, mai astratti o generali. Si costruisce conoscenza significativa nello svolgimento di attività, non al di fuori di esse, e in specifici contesti d’uso:

  • L’apprendimento è, in modo naturale, guidato dal bisogno di fare ed è basato su attività, non su contenuti; Agire e conoscere sono intimamente connessi;
  • Ciò che guida l’apprendimento più di ogni altra cosa è la comprensione e lo sforzo fatto nel completare un compito o una attività;
  • Le persone non possono capire qualcosa senza lavorarci su;
  • Metodi di apprendimento inseriti in situazioni autentiche non sono meramente utili, sono essenziali;
  • Non si impara per conoscere qualcosa, ma per fare qualcosa: è il learning by doing;
  • Gli allievi apprendono meglio se impegnati in attività che hanno uno scopo e che corrispondono ad attività che gli adulti svolgono nel mondo reale.

Coerentemente con questi principi, David Jonassen offre alcune suggestioni per una didattica significativa:

  • Dare spazio alla costruzione di conoscenza, non alla sua riproduzione;
  • Evitare iper-semplificazioni della conoscenza rappresentando la naturale complessità della realtà;
  • Lavorare con compiti autentici;
  • Lavorare in ambienti di apprendimento assunti dal mondo reale: casi più che sequenze di istruzione;
  • Offrire rappresentazioni multiple della realtà;
  • Attivare e sostenere pratiche riflessive;
  • Favorire la costruzione di conoscenza contestualizzata, non generalista;
  • Favorire la costruzione di conoscenza in modo collaborativo.

Secondo la didattica laboratoriale gli studenti lavorano con i contenuti per generare un prodotto. Operativamente il focus della didattica è il “prodotto” da realizzare, ma didatticamente il prodotto è un pretesto per imparare, è un attrattore delle attività e il vero focus è il processo con il quale lo studente si appropria dei contenuti disciplinari e sviluppa abilità cognitive, personali e sociali.